[בעקבות הרשומה על הספר "ברונו, הילד שלמד לעוף" תהתה נדיה טרנובה מה כתוב שם. למענה ולמען קוראיה, באופן חריג ביותר, תרגמתי את הרשומה לאיטלקית. עם קוראי העברית הסליחה.]
Il prossimo (ormai già trascorso) 13 marzo ci sarà una conferenza in memoria di Bruno Schulz all’università di Bar-Ilan. La conferenza riguarda l'opera di Schulz e ciò che è stato scritto ispirandosi alla sua opera e alla sua vita. Il programma completo, molto vario, è incluso nel link. La chicca, David Grossman che racconta: “Il mio incontro con Bruno Schulz". La conferenza si tiene a 120 anni dalla nascita e 70 anni dalla morte di Bruno Schulz. Per caso, o forse no, per gli stessi anniversario è uscito due mesi fa in Italia un libro bellissimo che è un omaggio alla sua vita e opera.
"Bruno era un bambino indaffarato. Anche se la testa greve gli rallentava il correre sobbalzando a ogni passo, lui trottava tutto il giorno per salvare il padre dai guai in cui si cacciava con le sue metamorfosi improvvise. Colpa di Adela, governante troppo zelante, spaventata dalle continue apparizioni che infestavano casa Schulz." (da "Bruno. Il bambino che imparò a volare", Nadia Terranova e Ofra Amit)
Bruno Schulz (1892-1942) è nato da una famiglia ebraica a Drohobyč in Galizia, e lì ha vissuto. È cresciuto nelle ombre della malattia mentale di suo padre, un proprietario della bottega di tessuto che a certo punto covò e allevò uccelli rari nella soffitta. Da giovane Bruno disegnò e dipinse e provò anche a studiare architettura a Vienna, ma poi ritornò a Drohobyč e diventò un insegnante di disegno al liceo locale. Parallelamente al disegno iniziò scrivere racconti che erano apprezzati nell’ambiente letterario. Nel 1934 uscì la sua raccolta "Le botteghe color cannella", una raccolta di brani di prosa poetica che descriva in prima persona la sua infanzia a Drohobyč.
Bruno spiava le instancabili gesta di suo padre e si chiedeva come fare a imitarlo. Non aveva gambe svelte né arguzia accesa né occhi mutevoli. Era troppo timido e troppo piccolo. Soprattutto, Bruno portava con sé l’imbarazzo di una testa grossa che gli avrebbe reso impossibile il volo di un uccello, il rapido passo di un ragno, la destrezza di un pompiere. (Bruno. Il bambino che imparò a volare)
"Bruno, il bambino che imparò a volare" è basato sul libro "Le botteghe color cannella" e sulla vita di Schulz. Nadia Terranova ha costruito la figura del bambino Bruno dal "Le botteghe color cannella", catturando il personaggio di un bambino delicato che aveva provato a trovare il suo posto nel mondo e era dilaniato tra le fantasie di un padre molto amato e la rigida realtà.
"E subito il cielo brulicò di una sorta di eruzione colorata, fiorì di chiazze ondeggianti che crescevano, maturavano e subito riempivano lo spazio di uccelli volteggianti e roteanti in grandi spirali intersecantisi. Il cielo intero era reimpito dal loro volo elevato, dal battito delle loro ali, dalle linee maestose delle loro silenziose planate." (da "Le botteghe color cannella", traduzione di Anna Vivanti Salmon)
La prosa di Schutz è eccezionale, Yoram Bronovsky (un saggista e traduttore Israeliano molto apprezzato) ha trovato nella prosa "echi di una grande completa, saga, una mitologia sfaccettata ed eventi da cui solo pochissimi eravamo oggi sopravvissuti" (dall’epilogo dell’edizione ebraica di "Le botteghe color cannella", 1986).
Il testo di Nadia Terranova, tutto quanto, è un omaggio alla prosa di Bruno Schulz. Secondo me la scrittura di Schultz è rivolta a tutti i sensi, è piana di voci e suoni, odori, sensazioni di freddo e caldo, colori, luci e ombre. Tra questa varietà di sensi, Terranova ha deciso di concentrarsi nel colore per trasmettere l'emozione. Il suo testo è affollato di colori: piumaggio variopinto, fiero pompiere di rosso vestito, uccello colorato, scarafaggio chiazzato, stoffa ricamata, fiore assolato, parquet color cannella, colori svaniti, nuvole nere, creature colorate e nuvole grigie. L'effetto del testo nudo e del colore. Ma questo non è un testo nudo, è un picture-book, un libro illustrato in cui la storia è costruita dalla sinergia tra le immagini e il testo. Questo libro è un'opera comune dell'autrice e dell'illustratrice (i due nomi sono indicati sopra il titolo) e per questo è in particolare interessante vedere come Ofra Amit interpreta il testo e trasforma il colore immaginato in un colore reale. Le illustrazioni di Ofra Amit sono bellissimi, pieni di coraggio, vividi ed emozionati. A me sembra che nelle illustrazioni si veda l'omaggio allo stile di Bruno Schulz, lo stile personale dell'illustratrice, ma anche lo sfrenato colorito del testo.
"La città era spoglia e triste, i colori svaniti e i profumi evaporati, il sole nascosto da nuvole nere, i girasoli raggrinziti, le campanule rannicchiate in bulbi sotterranei. Nessuna traccia di uccelli, niente creature colorate.
Chissà cosa direbbe Jakob, continuava a chiedersi Bruno aggirandosi per strade che non riconosceva." (Bruno. Il bambino che imparò a volare)
Probabilmente Bruno Schulz aveva iniziato a scrivere un romanzo, che si perse durante l'Olocausto, come Bruno Schulz stesso. Per quanto ne sappiamo Schulz fu un “protetto” di un ufficiale SS di cui aveva dipinto la casa. Un altro ufficiale SS che era in conflitto con il protettore di Schulz gli sparò per la strada. David Grossman usava la figura di Schulz e il suo romanzo perduto nel romanzo "Vedi alla voce: amore", trasformando Schulz in un salmone avvolto nell'amore del mare.
Il libro è uscito in Italia lo scorso gennaio. È un libro straordinario, uno splendido libro illustrato, scritto in righe corte e tocca temi difficili: malattia di mente di un genitore, solitudine e Olocausto. Non sono sicura di chi siano i lettori naturali di questo libro, ma sono sicura che questo libro si debba pubblicare anche in ebraico.
Ringrazio Nadia Terranova e Ofra Amit per avermi permesso di utilizzare i suoi materiali
Nadia Terranova ha lavorato come redattrice, traduttrice e insegnante. Ha partecipato a un romanzo polifonico e pubblica racconti per ragazzi e adulti. Il suo sito.
Ofra Amit è un'illustratrice israeliana apprezzata. Il suo sito.